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LEONARDO SUL LETTINO DI FREUD

Aggiornamento: 20 lug 2023

Leonardo da Vinci è considerato un “genio universale”: pittore, disegnatore, scultore, ricercatore, inventore di macchine e di armi.

Leonardo da Vinci e Sigmund Freud


Il genio di Leonardo ha sedotto e interrogato studiosi, intellettuali e biografi. Tra coloro che hanno cercato di svelare il segreto del genio di Leonardo vi è stato anche Sigmund Freud.


La vita di Leonardo è carica di misteri e di passaggi oscuri: tra gli aspetti che suscitano più interrogativi, abbiamo la vita amorosa di Leonardo e il suo controverso rapporto con la religione.


In una lettera rivolta a Jung del 17 ottobre 1909, al rientro dagli Stati Uniti, Freud scrive di come il carattere di Leonardo “è divenuto improvvisamente trasparente”. Poco dopo, nel 1910, Freud pubblicherà il saggio “Un ricordo di infanzia di Leonardo”.


Freud aveva colto come la vita pulsionale infantile fosse alla base della vita psichica dell’adulto: a partire da un ricordo di Leonardo, Freud ricostruisce la nascita della “spinta alla ricerca” dell’artista e scienziato toscano.


Il desiderio inesauribile di ricerca di Leonardo affonderebbe le sue radici nella sublimazione della sua libido, rendendo così la ricerca il centro della sua vita.


Freud ricostruisce la storia di Leonardo, sottolineando la centralità del rapporto coi genitori.

Il padre di Leonardo è stato spesso assente e lontano; questa esperienza avrebbe segnato il rapporto di Leonardo con le sue opere: proprio come il padre, dopo avere cominciato un’opera, Leonardo era solito abbandonarla per dedicarsi ad altro, iniziando altri progetti. Molte delle opere di Leonardo sono infatti rimaste incompiute, oppure sono stati necessari lunghi anni per completarle.


Nella vita di Leonardo è stata centrale la madre, Caterina.

Secondo Freud, le scelte stilistiche e compositive di alcune opere di Leonardo svelerebbero aspetti profondi della sua psiche: in particolare, il celebre e misterioso “sorriso leonardesco” altro non sarebbe che la traccia del sorriso materno, dipinto da Leonardo su molti dei volti femminili presenti nelle sue opere, tra cui la celebre Gioconda.

In ogni volto femminile, Leonardo avrebbe ricercato il sorriso della madre.


Freud conclude: “forse Leonardo ha superato con la forza dell’arte l’infelicità della sua vita amorosa, creando queste figure in cui la beata fusione della natura maschile con quella femminile rappresenta l’appagamento dei desideri del fanciullo infatuato della propria madre”.


Per approfondire:

Sigmund Freud – Un ricordo d’infanzia di Leonardo da Vinci (1910)

La celebre "Gioconda"


Freud ha studiato il diario e gli appunti scritti da Leonardo per esplorare, con gli strumenti della psicoanalisi, gli aspetti psichici più rilevanti.


In particolare, Freud ha analizzato un ricordo infantile legato ad un nibbio: il lavoro di Freud ha permesso di ricostruire, a partire, dal ricordo, i processi di “spostamento”, “sostituzione” e “condensazione” che hanno modificato un vissuto trasformandolo in un ricordo dai tratti “mitici”.


Non a caso, Freud ha sottolineato come, anche nei miti, i contenuti più fantasiosi possano essere ricondotti ad eventi, ormai dimenticati, legati a figure del passato.


I processi di “trasformazione” che il ricordo di Leonardo ha subito corrispondono ai processi che entrano in gioco nel lavoro onirico: anche nei sogni, infatti, i contenuti latenti, inaccettabili e rimossi, vengono trasformati e mascherati, così da farli emergere in una forma di “compromesso” tra le istanze pulsionali e le esigenze del Super Io e della Civiltà.


Anche nella vita di Leonardo, la sublimazione della libido riflette un processo nevrotico di mediazione tra spinte opposte: da una parte il desiderio di ricerca infantile rivolto verso la sessualità e dall’altra la repressione, imposta dall’educazione genitoriale e dalla civiltà, della sessualità infantile.


Nel caso di Leonardo, la sublimazione della libido avrebbe offerto, nella lettura di Freud, la possibilità di sperimentare un desiderio di ricerca mai domo, ma sempre orientato al nuovo.


Nella conclusione del saggio, Freud riflette sulla complessa accoglienza delle interpretazioni psicoanalitiche legati a grandi figure del passato: lungi dal costituire un tentativo di svilire il valore del genio di Leonardo, l’obiettivo dell’esplorazione freudiana è di fare luce sulle profonde dinamiche inconsce che hanno determinato l’emergere di certi aspetti della personalità di Leonardo.

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