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FREUD E VENEZIA

Sigmund Freud ha compiuto numerosi viaggi in Italia.

Nel corso della sua lunga vita, Freud ha visitato molte città d’arte come Roma, Firenze, Napoli ed Orvieto. Tuttavia, Venezia è stata, fin dalla prima visita, un “luogo speciale” per il padre della psicoanalisi.


La città lagunare, famosa in tutto il mondo, resa unica dalla sua storia e dai suoi canali, è nota per le sue chiese, per le opere d’arte e i prestigiosi palazzi storici.

Per Freud tuttavia, l’importanza di Venezia è legata alla nascita stessa della Psicoanalisi.


Il primo viaggio di Freud a Venezia è datato 25 agosto 1895: a quell’epoca, Sigmund è un medico brillante ma ancora non affermato, diviso tra la sua ricerca e le necessità economiche familiari.

Nelle numerose cartoline spedite alla moglie Martha, afferma:


“Strana fiaba, molto turbato, te la mostrerò l’anno prossimo, se resiste fino ad allora. Non c’è immagine o descrizione che possa sostituire una visita”.


Prosegue poi:


“Ieri ancora le cose più incredibili, fra cui un viaggio in gondola a tarda sera lungo canali secondari e il Canal Grande. (…) Insomma tutto estremamente stravagante e divertente!”

Freud alloggiò alla “Casa Kirsch”, una dependance dell’Hotel Metropole.

Le giornate di Freud a Venezia furono frenetiche, animate dal desiderio di vedere chiese, quadri ed opere:


“Abbiamo goduto fino alla saturazione delle opere di Tintoretto, Tiziano e Canova...e intavolato trattative per acquisti”.


Il giovane Freud proprio in quegli anni diede inizio alla sua collezione privata di oggetti d’arte, che col tempo arricchirà la sua casa e il suo studio (gran parte della quale oggi è custodita a Londra, nel Freud Museum). Per esempio, Freud acquistò a Venezia numerose stampe e fotografie della città.



La visita a Venezia ebbe un grande valore per Freud non solo per la possibilità di visitare la città o i capolavori veneziani; come racconta in una lettera all’amico Fliess, proprio durante il suo soggiorno a Venezia Freud comprese un meccanismo decisivo del sogno.

Freud infatti aveva scoperto che “il motivo del sogno è costituito dal soddisfacimento di desiderio”. Questa scoperta rimarrà un cardine della teoria psicoanalitica, valido ancora oggi.


Freud tornò più volte a Venezia (anche nel 1897, con la moglie Martha, nel 1898 e numerose volte ancora) e nell’opera “Interpretazione dei sogni” (1899) Freud riferisce di un suo sogno ambientato a Venezia:


“Era un anno prima, a Venezia, in un giorno incantevole; stavamo alle finestre della nostra camera sulla Riva degli Schiavoni e guardavamo la laguna azzurra, quel giorno insolitamente animata. Si attendevano navi inglesi, che dovevano essere accolte con solennità, e improvvisamente mia moglie gridò, lieta come la bambina: “ecco la nave da guerra inglese!””.

(La complessa interpretazione di questo sogno è ampiamente trattata nel volume di Freud, nei capitoli 6 e 7)



Un secondo sogno invece merita una maggior attenzione; si tratta del sogno della “Testa di pecora al lido di Venezia”:

“Vidi il cranio di un animale piccolo che nel sogno pensai fosse quello di un porco: non escludo che esso sia associato con l’augurio che mi formulasti due anni fa, ovvero che anch’io potessi trovare al Lido un cranio di pecora che mi illuminasse, come accadde a Goethe.

Purtroppo però non lo trovai. Era dunque una piccola testa di pecora. Tutto il sogno era pieno di pungenti riferimenti alla mia attuale incapacità come terapeuta. Testa di pecora in tedesco significa “pecorone” “sciocco” “imbecille.”


Freud riporta questo sogno in una lettera all’amico Fliess: dalle sue parole emergono due vissuti contrastanti; da una parte, Freud vorrebbe avvicinarsi a Goethe e alla sua grandezza come ricercatore universale ed intellettuale (Freud fin da giovane mise Goethe nel posto di un “ideale” al quale tendere); dall’altra emerge tutta l’insicurezza di esploratore solitari in un campo nuovo e sconosciuto, privo di riferimenti.


All’epoca Freud non era ancora “Freud”, cioè il padre della psicoanalisi, ma un ricercatore catturato dal forte desiderio di scoprire i segreti della psiche, dei sogni e della nevrosi.


Venezia ripresa dall'alto


Per approfondire:

- Marina D’Angelo – I viaggi di Freud in Italia;

- Sigmund Freud – Epistolario. Lettere a Fliess.


Il viaggio è stato sempre centrale nella vita di Freud. Ogni volta che ne aveva occasione, Freud partiva per le città d’arte che amava, molte delle quali in Italia: Venezia, Roma, Orvieto, Napoli, Pisa… Sono state moltissime e ripetute le visite, solitarie o in compagnia, di Freud in Italia.


Oltre ad essere un’imprescindibile momento di formazione culturale ed intellettuale, per Freud il viaggio era un modo per allontanarsi da Vienna, città dalla quale si sentiva respinto e rifiutato, come propugnatore di teorie considerate oscene e come ebreo.


Il viaggio aiutava Freud a mettere momentaneamente da parte preoccupazioni lavorative, familiari e di ricerca. In molte lettere, Sigmund esprimeva il desiderio di essere accompagnato da Fliess, amico e confidente, per fare dei “convegni” in Italia: momenti di confronto teorico e clinico da svolgere in Italia, affinché, nella cornice solenne dell’arte e della storia italiana, anche la psicoanalisi potesse ergersi come nuova scienza della psiche.



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